venerdì 1 marzo 2013

Riempire un tempo riottoso stanca (III)


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·       Nel precedente postino mi sono lasciato andare ai facili giochini pseudo-logici di cui più volte ho abusato.
·       E perché l’hai fatto?
·       Per riempire il tempo e il quaderno.
·       E perché hai voluto riempirli?
·       Perché da tempo sono abituato così.
·       E ti piace farlo?
·       Un tempo, forse, oggi non più.
·       E allora?
·       Si vive anche per inerzia.
·       Vuoi dire per superare i ‘buchi del tempo’ (o ‘della vita’)?
·       Sì, ma ormai i ‘buchi’ stanno diventando troppi e la vita non basta a riempirli e non resta che il tempo vuoto (o il vuoto del tempo).
·       E tu lo riempi continuando a scrivere insulsi postini? Ma non doveva essere la vita a riempire il tempo?
·       Già, ma quella se ne fugge via.
·       E, ti dispiace?
·       Non tanto. Perché riempire un tempo riottoso stanca. “Lavorare stanca”, ha detto un tale. Anche riempire un tempo riottoso stanca, dico io.
·       Perché lo chiami riottoso?
·       Perché è vecchio. Almeno il mio lo è, e i vecchi sono riottosi.
·       Allora sei tu a essere riottoso non il tuo tempo.
·       Che differenza fa? Lo sto riempendo di vita riottosa e così è il tempo ad apparirmi riottoso.
·       E se lo riempissi di un tempo gentile?
·       Non dipende da me.
·       E da chi allora?
·       Dal paese ignobile in cui vivo.
·       E perché ignobile?

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