lunedì 18 marzo 2013

Melanconia controbilanciata (VIII)

[527 (7)][527 (7)]

Se la vecchiaia mia mi lascia quasi indifferente quella altrui mi turba e mi rattrista.

Questo vale soprattutto per le donne che vorrei non invecchiassero mai. È certamente un residuo di maschilismo ad agire in me. Dico così perché ritengo e spero di non aver conservato altra traccia di un atteggiamento che mi è estraneo fin da quando ero ragazzo. La mia considerazione per le donne mi ha portato più volte a sovrastimarla rispetto all’uomo per le sue facoltà mentali e per la capacità di dare un senso non competitivo all’esistenza. Mi rendo però conto che anche questa competizione tra i sessi è di una insopportabile banalità. Anche le banalità, tuttavia, hanno pieno diritto di rispetto se non altro per l’ampia diffusione di cui godono. E così la melanconia che provo nel veder sfiorire la bellezza femminile (di quella maschile non parlo per mancanza di competenza) non penso mi debba attirare il rimprovero da parte femminile, tanto più che questo sfiorire è largamente controbilanciato dalla spesso prodigiosa crescita della saggezza nella donna in età avanzata.

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