mercoledì 13 marzo 2013

L’età non rimbambisce, come si dice... (VII)



La gioventù e la vecchiaia, di Pietro della Vecchia
[526 (6)]
La vecchiaia non ci sarebbe se non ci fossero i giovani a rimarcarla. Sono loro i suoi artefici, i responsabili della sua diversità…

Così un vecchio inacidito e scontroso. E avrebbe ragione se tra gioventù e vecchiaia ci fosse opposizione. Ma non c’è, giusta la parola di un vecchio che l’età ha risparmiato per concedergliene gli anni:

“Das Alter macht nicht kindisch, wie man spricht,
Es findet uns nur noch als wahre Kinder.”
Goethe, Faust, Vorspiel auf dem Theater

(L’età non rimbambisce, come si dice, ma ci trova ancora veri bambini.)

È una delle citazioni cui ricorro assai spesso quando si tratta di descrivere lo stato in cui mi trovo, ormai da parecchi anni, stato per certi versi di effettiva regressione infantile, per altri di ipermaturità senile, non sempre gradevole per me e chi mi sta intorno. Il guaio è che i due stadi non sono chiaramente distinguibili né è in mio potere farlo cosicché chi non mi conosce bene non di rado resta interdetto e non sa come prendermi, se come uno che ragiona o uno il cui cervello è andato in auto. Spesso, anche quando scrivo, sono in dubbio io stesso, rinforzato in questo dalla consuetudine con IMC che, tra le molte virtù, non ha quella di fornire certezze. A chi mi chiedesse se rimpiango la ‘perduta giovinezza’ risponderei che no, non la rimpiango; semmai in certi momenti di attonita meraviglia propri dell’infanzia, ma questi si ripropongono a ogni primavera e ogni ascolto di un Lied di Schubert, a ogni sguardo scambiato con Paola. Certo, farei volentieri a meno dei dolori e della debolezza che mi impedisce di camminare, ma non sono ancora al punto di preferire il passato al presente. Quello, oltretutto resta incluso nel mio presente, e anche se qualche parte ne va perduta per il venir meno della memoria, non me ne accorgo, come penso non mi accorgerò quando si perderanno anche il presente con il suo carico di passato e il futuro con quel poco che resta di speranza.

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