martedì 26 marzo 2013

Le cose, gli oggetti invecchiano? (XIII)


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Le cose, gli oggetti invecchiano? Ho già accennato nel postino precedente al fatto che di molte parole facciamo un uso che potremmo dire ‘metafonico’ in quanto, trasferendole da un campo esperienziale a un altro, ne trasformiamo anche il senso. Un animale –compreso l’uomo– ‘vecchio’ ci dà l’idea di un animale indebolito dall’età vicino alla morte, una ‘città vecchia’ è piuttosto un’attrattiva turistica da conservare il più possibile. L’antiquariato è un commercio redditizio, i cui oggetti vengono stimati proprio in ragione della loro età. Viceversa un giovane in cerca di lavoro viene sottostimato per la stessa ragione. Ma quest’ultimo non è un oggetto e la sua valutazione segue altri criteri.

Ricordo che da bambino avevo un orsacchiotto di stoffa, spelacchiato e malridotto, vecchissimo all’apparenza, ma non per me, che lo consideravo amico e coetaneo. Del resto anche i genitori e i nonni non hanno età per i nipoti, finché questi sono in età infantile; la coscienza del tempo –o dovremmo dire la sua costruzione– si forma a poco a poco, quando se ne comincia ad avvertire l’utilità. Il tempo di per sé è utile? Certo, nella misura in cui la cultura gli assegna un ruolo nella razionalizzazione dell’esperienza. Gli altri animali hanno il concetto di tempo?

Forse non il concetto (e a che gli servirebbe?); credo però che ne abbiano l’esperienza non razionalizzata. Un giovane leone percepisce la ‘vecchiaia’ di un rivale con cui misurarsi, così come questo sa quando gli conviene girare alla larga. I viventi conoscono bene gli innumerevoli ‘indicatori di tempo’ che essi stessi si sono dati per orientarsi cronologicamente. Una sfinge comincia a battere le ali all’arrivo del crepuscolo per raggiungere prima della notte la temperatura corporea necessaria all’involo.  Il corpo stesso invia al cervello i segnali che avvertono l’animale vecchio di non avventurarsi in un’impresa superiore alle sue forze. Così come danno via libera al giovane, anche se questo non garantisce il successo.

Le cose, gli oggetti sono indifferenti al tempo; anche un sasso, un pianeta ‘misurano’, per così dire, il tempo con i loro cambiamenti, solo i viventi sono in grado di ‘leggere’ le loro misurazioni.

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